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Ambrogio CALEPIO (CALEPINO) – Septem Linguarum Calepinus – 1758

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Descrizione

Ambrogio CALEPIO (CALEPINO) – Septem Linguarum Calepinus. Noc est lexicon latinum, variarum linguarum interpretatione adjecta in usum Seminarii Patavini. Editio octava recractatior. – 1758. Patavii, Typis Seminarii apud Joannem Manfrè; mezza pergamena muta con piatti marmorizzati; Folio cm. 41; 2 voll. rilegati in 1; pagg. (8) 464; (2) 481 24 86; rilegatura abbastanza sciupata con mancanze della carta di rivestimento e macchiata, rarissimi fori di tarlo e lievissime tracce di gora d’acqua, nel complesso buon esemplare; testo in latino su due e tre colonne; doppio frontespizio di cui quello del vol. I r/n con incisione; vignette, capilettere e finali incisi. Ambrogio Calepio (Castelli Calepio, 1435 – Bergamo, 1511) è stato un linguista italiano.Ambrogio Calepio (detto Calepino), il cui nome di battesimo era Giacomo (ma universalmente conosciuto come Ambrogio), nacque da una ricca e nobile famiglia di Bergamo negli anni compresi tra il 1435 ed il 1440, dato che al riguardo mancano documenti certi.Il padre, il conte Trussardo Calepio, garantì immediatamente una notevole istruzione al figlio il quale, seguendo la tradizione per i cadetti delle famiglie nobili, nel 1458 entrò nel convento dell’ordine degli eremitani di S. Agostino, dove prese il nome di Ambrogio.Dopo avere svolto il noviziato in numerosi monasteri delle città lombarde (Milano, Cremona, Brescia e Mantova), ritornò nella propria città natale, dove ebbe modo di affinare le proprie conoscenze tanto che cominciò a dedicarsi alla preparazione di un vocabolario.La prima edizione del Dictionarium latinum fu pubblicata nel 1502 dal tipografo emiliano Dionigi Bertocchi, ma fu considerata incompleta a causa di omissioni ed aggiunte inopportune eseguite dal tipografo stesso. Il Calepio si mise subito al lavoro per migliorare e completare la sua opera, realizzandone in breve tempo una seconda edizione.Nell’edizione del 1502 il dizionario era monolingue in latino e conteneva molte citazioni. La versione pubblicata nel 1509 era invece in quattro lingue: ebraico, greco, latino e italiano. Continuò per altri anni la sua fatica ma, anche a causa della sopraggiunta cecità, non riuscì a vedere il risultato delle sue fatiche. Morì nel suo convento nel 1511, e la sua opera fu portata a termine dai suoi confratelli. I risultati si videro nel 1520 quando il bergamasco Bernardino Benaglio stampò la ventiquattresima edizione, considerata quella definitiva del vocabolario, ormai conosciuto in tutta Europa come Calepino, in onore del suo inventore, anche grazie al fatto che, successivamente, la sua opera assumerà un carattere poliglotta, con versioni in numerose lingue moderne. Ancora oggi nella lingua italiana la parola calepino è sinonimo di vocabolario.