GALILEI Galileo – Prose scelte – 1880

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Descrizione

GALILEI Galileo – Prose scelte : a mostrare il metodo di lui, la dottrina lo stile ; ordinate e annotate a uso delle scuole da Augusto Conti – 1880. Firenze : G. Barbera; Brossura editoriale, con nota manoscritta al piatto e molteplici tracce d’uso; cm. 19 x 12,3; 1 volume; 294 complessive; Buono, con varie tracce del tempo e dell’uso; Galilei, fisico e filosofo della natura (Pisa 1564 – Arcetri 1642), ha un posto rilevante anche nella storia della letteratura non solo e non tanto per i suoi scritti d’argomento letterario (oltre alle lezioni dantesche scrisse: Considerazioni sulla Gerusalemme liberata, Postille e correzioni al Furioso) quanto per essere stato praticamente il primo a scrivere di scienza in volgare. Il suo bel fiorentino cinquecentesco, piegato a significare nuove cose con un numero minimo di innovazioni e di traslazioni di significato, rappresenta una tappa importante nello sviluppo della lingua italiana. Non meno valida, la sua prosa, artisticamente: celebrata già ai suoi tempi per la sua chiarezza, essa è pervasa dallo stupore, dall’umiltà dinanzi alla grandezza delle sue scoperte; dall’ammirazione per le infinite possibilità dell’ingegno umano, dalla gratitudine verso Dio, dal senso religioso di una verità più alta dinanzi alla quale tutti debbono arrestarsi. L’ironia di fronte ai piccoli uomini, che chiudono gli occhi per non vedere, diventa sarcasmo verso gli avversarî più potenti, contro i quali la ragione non è sufficiente. Pur persuaso della sua verità, G. ha bisogno di riviverla dialetticamente in ogni istante: da ciò la forma dialogica che caratterizza le sue opere maggiori.. Galilei, fisico e filosofo della natura (Pisa 1564 – Arcetri 1642), ha un posto rilevante anche nella storia della letteratura non solo e non tanto per i suoi scritti d’argomento letterario (oltre alle lezioni dantesche scrisse: Considerazioni sulla Gerusalemme liberata, Postille e correzioni al Furioso) quanto per essere stato praticamente il primo a scrivere di scienza in volgare. Il suo bel fiorentino cinquecentesco, piegato a significare nuove cose con un numero minimo di innovazioni e di traslazioni di significato, rappresenta una tappa importante nello sviluppo della lingua italiana. Non meno valida, la sua prosa, artisticamente: celebrata già ai suoi tempi per la sua chiarezza, essa è pervasa dallo stupore, dall’umiltà dinanzi alla grandezza delle sue scoperte; dall’ammirazione per le infinite possibilità dell’ingegno umano, dalla gratitudine verso Dio, dal senso religioso di una verità più alta dinanzi alla quale tutti debbono arrestarsi. L’ironia di fronte ai piccoli uomini, che chiudono gli occhi per non vedere, diventa sarcasmo verso gli avversarî più potenti, contro i quali la ragione non è sufficiente. Pur persuaso della sua verità, G. ha bisogno di riviverla dialetticamente in ogni istante: da ciò la forma dialogica che caratterizza le sue opere maggiori.