GIACOSA Giuseppe – IL FRATELLO D’ARMI – 1878

15.00

Descrizione

GIACOSA Giuseppe – IL FRATELLO D’ARMI Dramma in quattro atti in versi – 1878. Torino, Francesco Casanova; Brossura editoriale con qualche strappo, fioriture e tracce d’uso; cm. 16×10; 1 volume; 230 complessive; Buono, con evidenti tracce d’uso alla rilegatura; Dramma in quattro atti, in versi, di G. Giacosa (1847-1906), rappresentato nel 1877. E’ forse il migliore dramma di soggetto medievale di questo autore. Nel trattare un soggetto così incline alla truculenza, G. ha mantenuto i toni a lui cari, di un sottile lirismo, anche se manierato, agile nella rima e nella versificazione, fiorito nel dialogo e nel bisticcio. La rievocazione del Medioevo, che sembrava destinata a rimanere propria del teatro popolare e a subirne la forte coloritura, trova qui una forma il cui artificio, più colto e sensibile, appare come pallido preludio di quello, ben altrimenti caldo e potente, del D’Annunzio. Non ha per protagonistiu dei personaggi quanto degli stati d’animo e dei momenti lirici che si susseguono e si fondono in un unico fluire di immagini rimate, di sentenze a mezz’aria, di associazioni di idee e di affetti sempre aperte sull’indefinito. Dramma in quattro atti, in versi, di G. Giacosa (1847-1906), rappresentato nel 1877. E’ forse il migliore dramma di soggetto medievale di questo autore. Nel trattare un soggetto così incline alla truculenza, G. ha mantenuto i toni a lui cari, di un sottile lirismo, anche se manierato, agile nella rima e nella versificazione, fiorito nel dialogo e nel bisticcio. La rievocazione del Medioevo, che sembrava destinata a rimanere propria del teatro popolare e a subirne la forte coloritura, trova qui una forma il cui artificio, più colto e sensibile, appare come pallido preludio di quello, ben altrimenti caldo e potente, del D’Annunzio. Non ha per protagonistiu dei personaggi quanto degli stati d’animo e dei momenti lirici che si susseguono e si fondono in un unico fluire di immagini rimate, di sentenze a mezz’aria, di associazioni di idee e di affetti sempre aperte sull’indefinito