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Jacques-Bénigne BOSSUET – Defensio declarationis Conventùs Cleri Gallicani – 1745

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Descrizione

Jacques-Bénigne BOSSUET – Defensio declarationis Conventùs Cleri Gallicani An.1682 de Ecclesiasticà Potestate. Autore Illustrissimo ac Reverendissimo D. Jacobo – Benigno Bossuet, Episcopo Meldensi, cum nonnullis Notis. Tomus secundus – 1745. Amstelodami, Sumptibus Societatis; pergamena rigida con titoli dorati inquadrati impressi al dorso, taglio a spruzzo; 8°; cm 25; 1 vol. (opera incompleta); pagg. (4) 323 VIII 138; lievi fioriture, alcune pagine sciolte, nel complesso buon esemplare; glosse editoriali; frontespizio r/n con incisione; alzatine, capilettere e finali incisi. Jacques-Bénigne Bossuet (Digione 1627-Meaux 1704) fu un ecclesiastico, scrittore e oratore. In fama di singolare eloquenza, fu richiamato nella capitale, dove s’impose subito al pubblico devoto come il panegirista ed il quaresimalista più in voga. Ammesso a predicare davanti al Re ed alla Corte, si guadagnò la stima del Sovrano e divenne precettore del Delfino. Nel 1682 l’educazione del Delfino si può considerare compiuta e a Bossuet, ormai celebre, il Re vuole affidare la diocesi di Meaux, vicina a Parigi. Così, potrà chiamarlo più facilmente a Versailles, quando vorrà valersi dei suoi lumi per i pii affari ecclesiastici del Regno e nella lotta contro i protestanti. Questi sono ancora turbolenti e minacciosi nel conflitto accesosi con Roma, circa le libertà tradizionali della Chiesa di Francia. è una pagina, questa, delle meno felici nella vita del grande Monsignore, trascinato a schierarsi contro la Santa Sede, nell’assemblea dei Vescovi e del clero francese e a stendere, egli stesso, i Quattro Articoli delle proposizioni gallicane, respinte e condannate dalla Chiesa. Fu fuorviato, come i suoi colleghi, da un patriottismo forse male inteso e dalla intransigenza della sua devozione alla Dinastia ed al Monarca. Quelli, però, che ne traggono motivo per attaccare la purezza dottrinale del suo cattolicesimo, così ardente e ortodosso, travestono e deformano le sue vere intenzioni. Egli, in tale occasione, fu soltanto l’interprete del sentimento diffuso e quasi unanime dei prelati riuniti in assemblea ed anzi, redigendo gli articoli famosi, si sforzò di attenuarne la portata per rendere possibile un accomodamento: cosa che difatti avvenne non molto tempo dopo. Questo volume è la seconda parte di quel testo