S. TOMMASO D’AQUINO – L’uomo estratti dalla somma teologica – 1933

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Descrizione

S. TOMMASO D’AQUINO – L’uomo estratti dalla somma teologica – traduzione, introduzione e note a cura di Ulisse Pucci – 1933. Società Editrice Internazionale, Torino; brossura editoriale figurata con titoli al piatto e al dorso; 16°, cm 19,8; 1.vol; pagg. 235; qualche sottolineature a matita rossa, nel complesso ottimo esemplare; . Tommaso d’Aquino, santo. – Filosofo e teologo (Roccasecca 1225 o 1226 – Fossanova 1274). Fanciullo, oblato nel monastero di Montecassino, studiò poi a Napoli ove ebbe maestri (la notizia è di G. Tocco) Martino di Dacia e Pietro d’Irlanda. Entrato tra i domenicani, ricevette l’abito religioso nel 1243-44. Sembra certo che abbia proseguito gli studî universitarî (1245-48) a Parigi, quindi a Colonia, ove fu discepolo di Alberto Magno. Tornato a Parigi, vi insegnò tra il 1252 e il 1255 come baccalarius biblicus e sententiarum; ottenne la licentia docendi nel 1256, e nel 1257 fu nell’albo dei professori per la teologia. A questo periodo parigino risalgono il Commento alle Sentenze (1254-56) e ad alcuni libri della Bibbia, le Quaestiones de veritate, alcuni Quodlibeta, i commenti a Boezio (tra il 1255 e il 1261). Tornato in Italia (1259), creato lector Curiae da Urbano IV (1261), svolse larga attività: terminò la Summa contra Gentiles, scrisse le Quaestiones disputatae: De potentia, De spiritualibus creaturis, il commento al De divinis nominibus dello Pseudo-Dionigi; altri Quodlibeta, il commento all’Etica di Aristotele e iniziò quello alla Metafisica; cominciò la Summa theologica e il De regimine principum. In questo periodo strinse amicizia con Guglielmo di Moerbeke (v.), che per lui tradusse opere di filosofi greci, in particolare di Aristotele, o rivide sui testi greci le traduzioni già esistenti. Nel 1269 fu a Parigi e nel 1270 si impegnò nella polemica antiaverroistica con il De unitate intellectus contra Averroistas, mentre si difese contro i maestri agostiniani, che diffidavano del suo aristotelismo. Continuò a lavorare alla Summa theologica, scrisse altre Quaestiones disputatae (De anima, De virtutibus), commentò scritti aristotelici (Metafisica, Fisica; il commento alla Politica è incompiuto); iniziò, ma non condusse a termine, i commenti (perduti) al Timeo di Platone e al commento di Simplicio al De caelo di Aristotele. Lasciata Parigi, tornò in Italia e insegnò teologia nello studio di Napoli (1272-74); condusse innanzi la Summa theologica (fino alla quaestio 90 della III parte; il Supplementum è di Reginaldo da Piperno che utilizzò il Commento alle Sentenze del maestro), scrisse il Compendium theologiae (incompiuto); chiamato nel 1274 al Concilio di Lione, morì durante il viaggio. Canonizzato da Giovanni XXII nel 1323; Pio V lo dichiarò dottore angelico nel 1567; festa, 28 gennaio.