Tommaso CAMPANELLA – Poesie – 1938

30.00

Descrizione

Tommaso CAMPANELLA – Poesie – nuova edizione a cura di Mario Vinciguerra – 1938. Gius. Laterza & figli tipografi-editori-librai, Bari; brossura editoriale con titoli al piatto e al dorso; 8°, cm 22; 1.vol; pagg. 336; lievissime tracce d’uso alla rilegatura, nel complesso ottimo esemplare; . Campanèlla, Tommaso. – Filosofo (Stilo, Reggio di Calabria, 1568 – Parigi 1639). Entrato adolescente nell’ordine dei domenicani, venne formando la sua cultura filosofica soprattutto con la lettura dei platonici e di Telesio; A Napoli pubblicò la Philosophia sensibus demonstrata (1591) e fu sottoposto a un processo per eresia (1592); successivamente a Padova subì un altro analogo processo e ancora un terzo a Roma (1596), terminato con la condanna e l’abiura. Frattanto aveva scritto fra l’altro De Monarchia christianorum (1593), De regimine Ecclesiae (1593), Discorsi ai Principi d’Italia (1594), Dialogo contro Lutero, Calvinisti e altri eretici (1595). Le linee fondamentali del pensiero di C. sono già definite: l’antiaristotelismo, il panvitalismo, l’idea di una riforma politico-religiosa, il quadro astrologico-magico. Sono motivi che si ritrovano nei suoi discorsi del 1599 sulla universale palingenesi e che ispirarono la congiura che egli tramò contro il governo spagnolo in quello stesso anno; appariva a C. giunto il momento, segnato nei cieli e indicato nelle profezie, di una riforma religiosa e politica che, nell’imminenza della fine dei tempi, portasse il cristianesimo alla sua radice universale e naturale e instaurasse una forma di governo repubblicano fondata su principî filosofici. Scoperta la congiura, in cui si erano espresse anche forti aspirazioni di un rinnovamento sociale e varî modi di reazione all’oppressione spagnola e alla disciplina ecclesiastica, C. fu arrestato e tradotto a Napoli, ove nel 1602 fu condannato al carcere perpetuo. Restò in prigione ventisette anni: in questo periodo C. riuscì a lavorare e compose gran parte delle sue opere maggiori: la Monarchia di Spagna (1601), la Città del sole (v.), De sensu rerum (1603), Monarchia Messiae (1605), Antiveneti (1606), Atheismus triumphatus (1607), Philosophia rationalis (1619), Quod reminiscentur (1625). Liberato nel 1626, fu nuovamente rinchiuso nel carcere del Sant’Uffizio, donde fu liberato (1629) per la benevolenza di Urbano VIII (che gli aveva fatto dare il titolo di magister e lo teneva come consigliere in fatto di astrologia). er la complessità di temi speculativi e la molteplicità d’interessi politico-religiosi che s’intrecciano nel pensiero di C., egli sembra raccogliere da un lato l’ultima eredità rinascimentale (soprattutto del platonismo fiorentino, del naturalismo telesiano e dei bruniani programmi di riforma), mentre dall’altro si volge a nuovi problemi quali quelli posti così dalla controriforma e dal nuovo assetto politico-sociale dell’Europa come dai nuovi orientamenti legati alle scoperte geografico-astronomiche e alla nascita della nuova scienza. Come per Bruno, nell’opera di C. non è possibile scindere la problematica che si sarebbe tentati di considerare più propriamente scientifico-filosofica da quella politico-religiosa che sembra dominare tanto la sua multiforme speculazione quanto la sua attività di congiurato, di profeta e di riformatore; anche l’interesse alle teorie e alle tecniche astrologico-magiche e alle possibilità aperte all’uomo dalla nuova scienza è sempre retto in C. da un desiderio di approntare i mezzi per la sognata riforma sociale e religiosa. Strettamente legato – soprattutto agli inizî – agli insegnamenti telesiani, C. svolge platonicamente una visione della natura come un tutto organico animato per la presenza ovunque di uno spirito caldo e sottile, corporeo, principio del sentire, dell’immaginare, del ricordare, del discorrere. Si definisce – come già in Telesio – un primato del sentire che significa primato della conoscenza diretta e immediata rispetto alla quale il conoscere universale è allontanamento dalla realtà, illanguidimento di conoscenza: che è il punto ove C. più si avvicina a certi temi dell’empirismo della nuova scienza, e che ricorda i legami di C. con Galileo del quale scriverà l’Apologia dopo la condanna romana. Conoscere come […]