AA.VV. – Cultura figurativa ferrarese tra XV e XVI secolo – 1981

22.30

Descrizione

AA.VV. – Cultura figurativa ferrarese tra XV e XVI secolo – 1981. Corbo e Fiore editori, Ferrara/Venezia; cartone e sovraccoperta figurati con titoli al piatto e al dorso; 8°; cm 25; 1.vol; Pagg. 485; ottimo esemplare; stampato su carta patinata; numerose ill. e tavv. b/n n.t.. Il volume, oltre ad una serie di saggi, offre un ricco repertorio iconografico e documentale sullo svolgimento della scuola pittorica ferrarese nel Quattro e nel Cinquecento. Aggiunge notizie inedite o dati più completi o apporti filologici preziosi proseguendo un discorso che Giacomo Bargellesi aveva condotto con continuità e rigore metodologico. G. Bargellesi (1892-1979), nato da antica famiglia ferrarese, ufficiale nella Prima guerra mondiale, fu proposto per ricompensa al valore, mentre il fratello Alessandro – morto sul campo – fu insignito della Medaglia d’argento. Laureato al Politecnico di Torino nel 1920, specialista in fonderia, è costretto dalla professione a lunghi soggiorni fuori d’Italia, durante i quali visita, con consapevole attenzione, musei e gallerie appuntando ogni notizia che riguardi le opere legate alla sua città. Presto inizia ad acquistare quadri e disegni. Una qualità ben precisa lo differenzia dai collezionisti contemporanei: il suo interesse per la cultura estense non è solo quello del raccoglitore, ma anche quello dello studioso; i suoi contributi sono essenziali per chi si occupa dell’officina ferrarese e Roberto Longhi sarà costretto a citarlo e a confrontarsi con le sue opinioni. A lui si deve, nel 1928, la brillante ricomposizione dei frammenti, divisi tra Milano e Londra, della tavola del Tura raffigurante San Gerolamo, un tempo alla Certosa. Dopo la mostra del 1933 scrive una lunga serie di saggi, molti raccolti poi nel volume Notizie di opere d’arte ferrarese (1955), i quali non si limitano alla notizia erudita e occasionale, ma si compongono secondo un disegno preciso. Suo scopo è integrare le Vite del Baruffaldi e ricostruire le vicende della dispersione del patrimonio estense. Per tale ragione segnalerà sempre i passaggi di proprietà delle opere, così da fornire un completo schema del costituirsi e del disperdersi delle raccolte. I dipinti che riunisce sono identificati attraverso la diretta esperienza delle perdite e dei trasferimenti. Il cugino Angelo Bargellesi Severi, che ne condivideva gli interessi ed era compagno intelligente e partecipe nella conoscenza e nell’affetto per la città, riferisce un’ultima confidenza: Sono di questi anni gli acquisti di alcuni dipinti di scuola ferrarese, ma un particolare riguardo dedica ai disegni: la loro raccolta diviene ragione dominante della sua attività. Giacomo Bargellesi non ricerca solamente quelli riferibili ad area estense, come ha fatti per i quadri, ma intende invece a documentare tutte le scuole attive soprattutto in Italia fra il XVI e il XVII secolo; non esclude tuttavia epoche diverse e sono presenti, tra le altre, prove bellissime di Hayez.