CESAROTTI Melchiorre – DELL’EPISTOLARIO – 1811 – 1813

219.50

Descrizione

CESAROTTI Melchiorre – DELL’EPISTOLARIO di Melchiorre Cesarotti – 1811 – 1813. Firenze, presso Molini, Landi e comp. – Pisa, presso Niccolò Capurro; Cartone marmorizzato con pelle al dorso, su cui insistono fregi e titolo dorati. Varie tracce d’uso; cm. 20×13; 6 volumi; 1978 complessive; Buono, con bruniture e fioriture diffuse, gore d’acqua ed evidenti tracce d’uso alla rilegatura; Cesarotti (Padova, 1730 – Selvazzano Dentro, 1808) fu un poeta, scrittore e professore di lingua greca e di ebraico all’Università di Padova. In questi libri è raccolto il suo Epistolario, uno dei più interessanti e nutriti del Settecento. In esso possiamo vedere come il C. mantenesse una fitta e stimolante corrispondenza con le personalità più significative della cultura contemporanea, italiana ed europea: ci sono lettere al Macpherson, all’Alfieri, al Foscolo, al Monti, a madame de Stäel, al Toaldo. Nelle lettere, veri e propri brevi trattati, si dibattono problemi critici, si esprimono giudizi su situazioni politiche, si espongono idee critiche su Metastasio, Goldoni, Alfieri, Necker, Omero, su questioni linguistiche ed estetiche. Esso costituisce pertanto un sussidio ineliminabile per la comprensione della personalità del CesarottiIl 4 novembre 1808 il C. morì a Selvazzano (Padova), dopo aver affidato al Barbieri, suo discepolo, la propria collezione di libri e manoscritti e la cura della edizione delle sue Opere, che, iniziata a Pisa nel 1800 a cura di Giovanni Rosini, fu conclusa nel 1813, in quaranta volumi: i volumi XII-XXXVII vennero pubblicati a Firenze tra il 1804 e 1811. Cesarotti (Padova, 1730 – Selvazzano Dentro, 1808) fu un poeta, scrittore e professore di lingua greca e di ebraico all’Università di Padova. In questi libri è raccolto il suo Epistolario, uno dei più interessanti e nutriti del Settecento. In esso possiamo vedere come il C. mantenesse una fitta e stimolante corrispondenza con le personalità più significative della cultura contemporanea, italiana ed europea: ci sono lettere al Macpherson, all’Alfieri, al Foscolo, al Monti, a madame de Stäel, al Toaldo. Nelle lettere, veri e propri brevi trattati, si dibattono problemi critici, si esprimono giudizi su situazioni politiche, si espongono idee critiche su Metastasio, Goldoni, Alfieri, Necker, Omero, su questioni linguistiche ed estetiche. Esso costituisce pertanto un sussidio ineliminabile per la comprensione della personalità del CesarottiIl 4 novembre 1808 il C. morì a Selvazzano (Padova), dopo aver affidato al Barbieri, suo discepolo, la propria collezione di libri e manoscritti e la cura della edizione delle sue Opere, che, iniziata a Pisa nel 1800 a cura di Giovanni Rosini, fu conclusa nel 1813, in quaranta volumi: i volumi XII-XXXVII vennero pubblicati a Firenze tra il 1804 e 1811