CESAROTTI Melchiorre – Versione letterale dell’Iliade – sd

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Descrizione

CESAROTTI Melchiorre – Versione letterale dell’Iliade – sd. Firenze, presso Molini, Landi, e Comp. / Pisa, dalla Tipografia della Società Letteraria; Cartone marmorizzato con pelle al dorso, su cui insistono fregi e titolo dorati e con notevoli tracce d’uso; cm. 20,2×13; 8 volumi – opera incompleta; 2864 complessive; Buono, con qualche fioritura e brunitura, alcune gore d’acqua e tracce d’uso alla rilegatura; M. Cesarotti, nacque a Padova nel 1730; qui seguì dapprima gli studi di lettere e filosofia, che più lo interessavano, poi matematica, giurisprudenza, e per un certo periodo, anche studi ecclesiastici – prese gli ordini minori senza divenire sacerdote – per tornare infine ai suoi studi letterari. Nel 1786 il C. iniziò la pubblicazione di una versione letterale in prosa dell’Iliade, con ragionamenti storico-critici e note, terminata nel 1794 (in Opere, XXVI, insieme con varie dissertazioni). A questo egli affiancò un rifacimento in versi sciolti della stessa Iliade, pubblicato a parte con il titolo La morte di Ettore (in Opere, VI-IX). Quest’ultima, come afferma il C. nel Ragionamento storico-critico all’Iliade, non è una traduzione, né un’imitazione, ma una riforma e una rigenerazione dell’Iliade. Per il C. infatti tradurre significava rendere perfette e adatte ai tempi opere scritte nel passato; egli pertanto traduce l’Iliade per dimostrare che Omero, considerando il tempo in cui ha scritto, non poteva fare opera migliore; ma ormai, dopo tanti secoli, non si può pretendere che rimangano validi i canoni da essa espressi. Mentre nella traduzione in prosa il C. vuol far conoscere Omero in tutti i suoi aspetti, e realizza pertanto una traduzione letterale, nel rifacimento in versi vuol far gustare Omero nelle sue bellezze eterne, eliminando la parte legata al tempo, riscrivendo cioè il testo come l’avrebbe fatto Omero nel Settecento. Il 4 novembre 1808 il C. morì a Selvazzano (Padova), dopo aver affidato al Barbieri, suo discepolo, la propria collezione di libri e manoscritti e la cura della edizione delle sue Opere, che, iniziata a Pisa nel 1800 a cura di Giovanni Rosini, fu conclusa nel 1813, in quaranta volumi; i volumi XII-XXXVII vennero pubblicati a Firenze tra il 1804 e 1811. M. Cesarotti, nacque a Padova nel 1730; qui seguì dapprima gli studi di lettere e filosofia, che più lo interessavano, poi matematica, giurisprudenza, e per un certo periodo, anche studi ecclesiastici – prese gli ordini minori senza divenire sacerdote – per tornare infine ai suoi studi letterari. Nel 1786 il C. iniziò la pubblicazione di una versione letterale in prosa dell’Iliade, con ragionamenti storico-critici e note, terminata nel 1794 (in Opere, XXVI, insieme con varie dissertazioni). A questo egli affiancò un rifacimento in versi sciolti della stessa Iliade, pubblicato a parte con il titolo La morte di Ettore (in Opere, VI-IX). Quest’ultima, come afferma il C. nel Ragionamento storico-critico all’Iliade, non è una traduzione, né un’imitazione, ma una riforma e una rigenerazione dell’Iliade. Per il C. infatti tradurre significava rendere perfette e adatte ai tempi opere scritte nel passato; egli pertanto traduce l’Iliade per dimostrare che Omero, considerando il tempo in cui ha scritto, non poteva fare opera migliore; ma ormai, dopo tanti secoli, non si può pretendere che rimangano validi i canoni da essa espressi. Mentre nella traduzione in prosa il C. vuol far conoscere Omero in tutti i suoi aspetti, e realizza pertanto una traduzione letterale, nel rifacimento in versi vuol far gustare Omero nelle sue bellezze eterne, eliminando la parte legata al tempo, riscrivendo cioè il testo come l’avrebbe fatto Omero nel Settecento. Il 4 novembre 1808 il C. morì a Selvazzano (Padova), dopo aver affidato al Barbieri, suo discepolo, la propria collezione di libri e manoscritti e la cura della edizione delle sue Opere, che, iniziata a Pisa nel 1800 a cura di Giovanni Rosini, fu conclusa nel 1813, in quaranta volumi; i volumi XII-XXXVII vennero pubblicati a Firenze tra il 1804 e 1811