Enzo CARLI (testo di) – I Lorenzetti – 1960

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37.00

Descrizione

Enzo CARLI (testo di) – I Lorenzetti; 29 tavole a colori, 26 illustrazioni in b/n. – 1960. Silvana editore d’Arte Milano; Cartonato editoriale con titoli su piatto e dorso; 4°, cm 37.5; 1.vol; pagg. 37; legatura lievemente macchiata, nel complesso più che buon esemplare; 29 tavole a colori applicate a mano f.t. (una n.t.) di cui alcune più volte ripiegate e 26 illustrazioni b/n n.t.. Ambrogio Lorenzetti nasce a Siena, probabilmente poco prima del 1300. Con lui e con suo fratello Pietro si conclude la grande stagione artistica senese del XIV secolo. Le notizie sulla sua vita sono poche e imprecise. Sembra certo che egli fosse il minore dei due e che entrambi appartenessero alla bottega di Duccio di Buoninsegna. Sebbene influenzato dalla pittura senese, Ambrogio, però, si accosta agli stilemi giotteschi. Oggi, l’identità artistica dei due fratelli è molto chiara e la critica tratta con distinzione due personalità che, dal punto di vista pittorico, hanno ben pochi tratti in comune. Altrettanta chiarezza non si può riscontrare nelle nozioni che i contemporanei e gli storici rinascimentali ebbero sui due fratelli, se è vero che Vasari ignora la loro parentela e sembra preferirgli il fratello Pietro, mentre il Ghiberti ne loda capacità, umanità e saggezza, definendolo altrimenti dotto che nessuno degli altri e ponendolo al di sopra di Simone Martini.La prima opera accreditata di Ambrogio risale al 1319. Si tratta di una Madonna con bambino dipinta per la chiesa di Vico l’Abate, piccola località nei pressi di Firenze. Da questa data in poi si può supporre che Ambrogio, pur provenendo da Siena, lavori in Firenze. La sua presenza in città è forse più che saltuaria, se nel 1327 viene immatricolato nell’Arte dei Medici e degli Speziali, che da quella data include i pittori e della quale fa parte lo stesso Giotto.Ambrogio, dunque, lavora assiduamente a Firenze e nella sua città natale, spesso in collaborazione col fratello. La sua reputazione di pittore risulta essere ottima e la critica accredita una forte influenza della pittura di entrambi i Lorenzetti sia in patria che fuori. La scuola senese conserva a lungo l’impronta dei due maestri e produce molti loro seguaci. Nel 1347, l’anno prima della morte avvenuta nella terribile peste del ’48, Ambrogio viene eletto membro del Consiglio dei Pacieri di Siena, carica che probabilmente gli viene conferita per la sua fama di grande pittore.