Giulio FERRARIO – Il costume antico e moderno – Dell’Africa Volume primo – 1826

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Giulio FERRARIO – Il costume antico e moderno o Storia del governo, della milizia, della religione, delle arti, scienze ed usanze di tutti i popoli antichi e moderni provata coi monumenti dell’antichità e rappresentata cogli analoghi disegni dal Dottore Giulio Ferrario – Dell’Africa Volume primo – 1826. Milano, dalla Tipografia dell’editore; mezza pelle con titoli e fregi, anche dorati, impressi al dorso con quattro nervature, piatti marmorizzati; 4°, cm 37; 1 vol. (opera incompleta); pagg. 480 (ma effettive 475); ottimo esemplare; FERRARIO, Giulio. – Nacque a Milano, da Giovanni e dalla patrizia Antonia Lanzavecchia, il 28 genn. 1767 ed ebbe come padrino al fonte battesimale il marchese G. P. Litta Visconti; già con questo primo atto ufficiale si sanciva un legame che avrebbe poi segnato a più riprese la vita del Ferrario. Avviato a nove anni al seminario arcivescovile di Arona e poi passato a quello di Milano, lo ritroviamo dal 1786 a Pavia, studente presso il seminario generale, aperto ufficialmente proprio in quell’anno. Quattro anni dopo, nel maggio del 1790, si laureò in utroque iure:un intenso periodo di formazione all’interno dell’istituzione riformata da Giuseppe II, che avrebbe lasciato un segno nel giovane F., sia per i precoci interessi culturali, sia per la venatura fortemente razionalistica della sua religiosità.Avviatosi definitivamente alla carriera ecclesiastica, dopo l’ordinazione approfondì lo studio dei classici e delle belle arti.Il Ferrario proseguì lo sforzo di documentazione delle elaborazioni più alte e concentrate della cultura italiana, con la collaborazione alla Edizione delle opere classiche italiane del sec. XVIII (1818-1839); per l’altro, pubblicò una serie di opere che di una divulgazione alta, almeno negli intenti, facevano il proprio centro d’interesse.è caso soprattutto del celebre e monumentale Costume antico e moderno (Milano 1817-1834), il cui sottotitolo (Storia del governo, della milizia, della religione, delle arti, scienze ed usanze di tutti i popoli antichi e moderni provata con monumenti dell’antichità e rappresentata cogli analoghi disegni) dava conto di un serio e generoso impegno, rivolto alla sistematizzazione enciclopedica di un insieme di cognizioni disparate, in cui l’erudizione si faceva tramite dell’istruzione e dell’intrattenimento del lettore, interessato all’esotico e al diverso; e se talvolta il livello dell’esposizione e della documentazione non si manteneva all’altezza di questa divulgazione, era per l’oggettiva difficoltà di coprire argomenti e discipline così varie.A suo modo, il Costume antico e moderno costituì un esempio di compilazione erudita che fece scuola rispetto alla pubblicistica enciclopedica ottocentesca; ancora fino a metà secolo se ne ritrovano ripetute ristampe extramilanesi (se ne contano almeno sette, fino agli anni ’40 inoltrati), tra cui quella fiorentina di V. Batelli che intraprese nel 1823 una riedizione corretta e assai più economica, occasionando una vivace polemica con l’estensore ed editore originale.I ventuno volumi dell’edizione milanese del Costume rappresentano certamente un notevole sforzo tecnico-compilativo e costituiscono la componente più rilevante della produzione editoriale del Ferrario.Questo Primo volume offre una panoramica dell’Egitto, dei Libj, dei Cartaginesi, dei Numidi, dei Mauritani, dei Barbareschi e delle Isole Occidentali dell’Africa.. FERRARIO, Giulio. – Nacque a Milano, da Giovanni e dalla patrizia Antonia Lanzavecchia, il 28 genn. 1767 ed ebbe come padrino al fonte battesimale il marchese G. P. Litta Visconti; già con questo primo atto ufficiale si sanciva un legame che avrebbe poi segnato a più riprese la vita del Ferrario. Avviato a nove anni al seminario arcivescovile di Arona e poi passato a quello di Milano, lo ritroviamo dal 1786 a Pavia, studente presso il seminario generale, aperto ufficialmente proprio in quell’anno. Quattro anni dopo, nel maggio del 1790, si laureò in utroque iure:un intenso periodo di formazione all’interno dell’istituzione riformata da Giuseppe II, che avrebbe lasciato un segno nel giovane F., sia per i precoci interessi culturali, sia per la venatura fortemente razionalistica della sua religiosità.Avviatosi definitivamente alla carriera ecclesiastica, dopo l’ordinazione approfondì lo studio dei classici e delle belle arti.Il Ferrario proseguì lo sforzo di documentazione delle elaborazioni più alte e concentrate della cultura italiana, con la collaborazione alla Edizione delle opere classiche italiane del sec. XVIII (1818-1839); per l’altro, pubblicò una serie di opere che di una divulgazione alta, almeno negli intenti, facevano il proprio centro d’interesse.è caso soprattutto del celebre e monumentale Costume antico e moderno (Milano 1817-1834), il cui sottotitolo (Storia del governo, della milizia, della religione, delle arti, scienze ed usanze di tutti i popoli antichi e moderni provata con monumenti dell’antichità e rappresentata cogli analoghi disegni) dava conto di un serio e generoso impegno, rivolto alla sistematizzazione enciclopedica di un insieme di cognizioni disparate, in cui l’erudizione si faceva tramite dell’istruzione e dell’intrattenimento del lettore, interessato all’esotico e al diverso; e se talvolta il livello dell’esposizione e della documentazione non si manteneva all’altezza di questa divulgazione, era per l’oggettiva difficoltà di coprire argomenti e discipline così varie.A suo modo, il Costume antico e moderno costituì un esempio di compilazione erudita che fece scuola rispetto alla pubblicistica enciclopedica ottocentesca; ancora fino a metà secolo se ne ritrovano ripetute ristampe extramilanesi (se ne contano almeno sette, fino agli anni ’40 inoltrati), tra cui quella fiorentina di V. Batelli che intraprese nel 1823 una riedizione corretta e assai più economica, occasionando una vivace polemica con l’estensore ed editore originale.I ventuno volumi dell’edizione milanese del Costume rappresentano certamente un notevole sforzo tecnico-compilativo e costituiscono la componente più rilevante della produzione editoriale del Ferrario.Questo Primo volume offre una panoramica dell’Egitto, dei Libj, dei Cartaginesi, dei Numidi, dei Mauritani, dei Barbareschi e delle Isole Occidentali dell’Africa.