METASTASIO Pietro (pseud. di TRAPASSI Pietro) – OPERE di Pietro Metastasio – 1826 / 1830

304.50

Descrizione

METASTASIO Pietro ( pseud. di TRAPASSI Pietro) – OPERE di Pietro Metastasio – 1826 – 1830. Venezia, Dai Tipi di Giuseppe Antonelli Librajo-Calcografo; Cartone marmorizzato e, al dorso, cartone di colore diverso e titolo dorato inscritto in una fascetta di pelle; cm. 14 x 8; 11 volumi; 5374 complessive; Molto buono, con fioriture diffuse ed ordinarie tracce del tempo; M. (1698-1782) fu un temperamento idillico, scarso di volontà, amante del viver quieto, ordinato, alieno da odio e invidia, equilibrato e sostanzialmente ottimista. Pertanto, il mondo tranquillo e decoroso, idillico e galante dell’Arcadia (in Arcadia era entrato nel 1718 col nome di Artino Corasio) e le facili e superficiali commozioni sentimentali della vita mondana del Settecento trovarono in lui l’espressione più felice e genuina. Fu perciò il poeta più rappresentativo e più fortunato del Settecento italiano. Le sue canzonette A Nice e La partenza sono tra le cose migliori della lirica arcadica. La gloria, però, piuttosto che dalla lirica gli venne dal melodramma, che egli portò a vera opera d’arte, indipendentemente dalla musica; alcuni suoi melodrammi, infatti, furono spesso recitati come tragedie. M. aspirò alla semplicità e alla potenza drammatica della tragedia greca, di cui considerava il melodramma come legittimo erede, ma si accostò di più, per la qualità del suo temperamento, alla tragedia francese, nella fusione dell’eroico col galante e nella grazia e nel decoro del dialogo. Sebbene altamente drammatiche nella sua opera siano le situazioni, congegnate con grande abilità, tuttavia il dramma resta solo nella superficie mobilissima e agitata, non scaturisce dall’anima dei personaggi, nei quali i più gagliardi sentimenti si ammorbidiscono nel patetico, quando non assumono toni oratorî e si risolvono in musica; l’acme della passione si invola in un’arietta. Le famose ariette, sono vive ancor oggi nel patrimonio culturale del popolo, per la precisione, chiarezza, semplicità con cui esprimono una sentenza o un atteggiamento dell’animo. M. (1698-1782) fu un temperamento idillico, scarso di volontà, amante del viver quieto, ordinato, alieno da odio e invidia, equilibrato e sostanzialmente ottimista. Pertanto, il mondo tranquillo e decoroso, idillico e galante dell’Arcadia (in Arcadia era entrato nel 1718 col nome di Artino Corasio) e le facili e superficiali commozioni sentimentali della vita mondana del Settecento trovarono in lui l’espressione più felice e genuina. Fu perciò il poeta più rappresentativo e più fortunato del Settecento italiano. Le sue canzonette A Nice e La partenza sono tra le cose migliori della lirica arcadica. La gloria, però, piuttosto che dalla lirica gli venne dal melodramma, che egli portò a vera opera d’arte, indipendentemente dalla musica; alcuni suoi melodrammi, infatti, furono spesso recitati come tragedie. M. aspirò alla semplicità e alla potenza drammatica della tragedia greca, di cui considerava il melodramma come legittimo erede, ma si accostò di più, per la qualità del suo temperamento, alla tragedia francese, nella fusione dell’eroico col galante e nella grazia e nel decoro del dialogo. Sebbene altamente drammatiche nella sua opera siano le situazioni, congegnate con grande abilità, tuttavia il dramma resta solo nella superficie mobilissima e agitata, non scaturisce dall’anima dei personaggi, nei quali i più gagliardi sentimenti si ammorbidiscono nel patetico, quando non assumono toni oratorî e si risolvono in musica; l’acme della passione si invola in un’arietta. Le famose ariette, sono vive ancor oggi nel patrimonio culturale del popolo, per la precisione, chiarezza, semplicità con cui esprimono una sentenza o un atteggiamento dell’animo