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MOLZA Francesco Maria – CARO Annibale – LA FICHEIDE – 1787

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Descrizione

MOLZA Francesco Maria – CARO Annibale – LA FICHEIDE del Padre Siceo Commentata da Ser Agresto da Ficaruolo. Aggiuntavi in fine la diceria de’Nasi NASEA ovvero DICERIA DE’ NASI del medesimo Ser Agresto a Sesto re della Virtù, detto Nasone – 1787. Baldacco (Roma), (Antonio Blado)Barbagrigia da Bengodi; Cartone marmorizzato con pelle al dorso.Titoli e fregi al dorso in oro. Tracce d’uso; 16° 17×11; 1 volume; 160 complessive; Buon esemplare; Tracce d’uso e di umidità. Stampato su una colonna. Per il nome dell’aut. e dell’edit. cfr.: British Union Catalog. 157pp 3ppbb. Francesco Maria Molza (Modena, 18 giugno 1489 – Modena, 28 febbraio 1544) è stato un umanista e poeta italiano. Molza fu autore di componimenti in lingua latina e in volgare. Fu un poligrafo versatile. Dei vari suoi componimenti in volgare ebbe fama soprattutto un poemetto in ottave, La ninfa tiberina, composto per celebrare Faustina Mancini. L’opera, composta verso il 1537, fu giudicata dai contemporanei superiore addirittura alle Stanze del Poliziano per l’eleganza stilistica. In volgare scrisse anche poesie d’amore in stile petrarchesco, Canzoni e i Capitoli, composizioni su argomenti insoliti in poesia e apparentemente non adatti alla trattazione in versi come, per esempio, un epigramma intitolato Lodi dell’insalata e un altro intitolato Capitolo in lode dei fichi e Capitoli erotici, di stile boccaccesco. In questo testo c’è il commento di Annibal Caro, letterato (Civitanova Marche 1507 – Roma 1566), suo sodale nell’Accademia dei Vignaiuoli e, poi, dei Virtuosi. L’ilarità con cui la piccola accademia romana dovette accogliere simili enunciati non disobbligò il Caro a nutrire qualche apprensione circa la fortunata e clandestina accoglienza del commento, temendo che il suo nome rimanesse essenzialmente legato a una opera di dubbia esemplarità morale e letteraria