Pericle DUCATI – Storia dell’arte etrusca – 1927

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Descrizione

Pericle DUCATI – Storia dell’arte etrusca. Volume I°e II°. – 1927. Rinascimento del Libro, Firenze; Tela editoriale con titoli dorati impressi al piatto e dorso; 4°, cm 29.2; 1.vol; n.n.; ottimo esemplare; Con 284 tavole b/n f.t..Esemplare numerato n°: 490 su 1000 esemplari.. Pericle Ducati nasce a Bologna l’11 luglio 1880 da famiglia di origini trentine. Nazionalista, dopo il sevizio di Leva viene posto in congedo per malattia (ernia inguinale) il 10 dicembre 1917.All’Università di Bologna ha come insegnanti Giosuè Carducci ed Edoardo Brizio. Si laurea in Lettere a Bologna e si diploma in Archeologia a Roma da dove è inviato in Grecia per seguire, per un anno, le lezioni del ricercatore austriaco Emanuel Loewy. Dal 1909 al 1912 Ispettore ai Monumenti, dal 1921 fino alla morte sarà Direttore del Museo Civico di Bologna.Insegna Archeologia a Catania e dal 1916 a Torino. Nel 1920 è Cattedratico a Bologna e dal 1923 al 1929 e dal 1943 al 1944 è Preside della Facoltà di Lettere di Bologna. Membro dell’Accademia dei Lincei e dell’Accademia d’Italia, è nel Consiglio Superiore per le Antichità e le Belle Arti.Tra i tanti studi L’ARTE CLASSICA – Torino 1920, STORIA DELLA CERAMICA GRECA – Firenze 1923, STORIA DELL’ARTE ETRUSCA – Firenze 1927, PONTISCE VASEN – Berlin 1932, LA SCULTURA ROMANA – Firenze 1934 e LE PROBLEME ETRUSQUE – Paris 1938.Nel 1927 scrive ORIGINE E ATTRIBUTI DEL FASCIO LITTORIO, pubblicazione promossa dalla Associazione Fascista per le Biblioteche delle Scuole Italiane. Aderisce al PFR ed è Presidente dell’Istituto di Cultura Fascista. Il 27 dicembre 1943 è Componente del Tribunale Straordinario di Firenze con Pierluigi Dagnino, Seniore MVSN, e a Giovanni Cosimini, Avvocato, sotto la Presidenza del Notaio bolognese Umberto Amaduzzi (assassinato il 23 marzo 1944, a Bologna).In un agguato organizzato dal ferroviere bolcevico Francesco Baldassarri davanti alla sua abitazione bolognese di Via Albertazzi, il 16 febbraio 1944 alle 18 mentre rientra dal lavoro viene ferito alla schiena e poi, a terra, ai fianchi da pallottole di due gappisti che fuggono in bicicletta.All’ Ospedale S. Orsola il 6 aprile 1944, Giovedì Santo, ha la visita del Cappellano B.N. Angelo Scarpellini, che nel 13° Anniversario riporta alcune sue parole Il confessore mi ha chiesto se ho perdonato. La domanda mi ha fatto meraviglia ….io adoro Gesù Cristo che ha fatto del perdono un dovere sacrosanto, ma penso anche al semplice Tu quoque, fili mi ? di Cesare…. Caro Angelo, anche il maestro è un padre (fe dubitava che gli attentatori fossero studenti dell’Università).Il 2 agosto 1944 a seguito di aggravamento delle ferite viene trasferito con una autolettiga tedesca dall’Ospedale di Bologna all’Istituto Elioterapico Codivilla di Cortina d’Ampezzo (BL), dove il 17 ottobre muore per intossicazione da decubito. Avrà sepoltura definitiva a Bologna.Nel Trigesimo, questo il ricordo del Rettore Goffredo Coppola alla Radio della Scuola è stato un Maestro vero, paziente, affettuoso e sempre benevolo verso gli scolari, negli scritti si è dimostrato fin da giovane studioso preparatissimo e diligentissimo, affermandosi con opere che rimarranno in ogni tempo degne di lettura e consultazione. Il 6 novembre 1944 l’Università di Bologna fa celebrare una Messa nella Chiesa di Santa Maria Maddalena in Via Zamboni con un necrologio che ha questa epigrafe scienziato sommo maestro insigne – la sua vita operosissima – illuminata dalla religione di Cristo – consacrò tutta – agli studi all’insegnamento ai discepoli – donò – con sacrificio cosciente – alla Patria – nel suo più duro travaglio. Il 16 dicembre 1960 viene degnamente commemorato all’Accademia delle Scienze da un suo discepolo, Luciano Laurenzi.